Avere fin da subito l’amplificatore e la chitarra giusta è molto importante e può essere decisamente d’aiuto al nostro modo di suonare e studiare, ma può essere difficile scegliere l’ampli che meglio si adatta alle proprie esigenze, specialmente per chi è alle prime armi.
Personalmente sono fautore dell’amplificazione valvolare, fatte rarissime eccezioni. L’amplificazione valvolare è la sola in grado di trasmettere tutto il feeling, il tocco e la dinamica che escono dal nostro strumento, non a caso, a più di 60 anni dall’invenzione di questo sistema non si è ancora stati in grado di trovare una tecnologia alternativa ed altrettanto efficace.
I sistemi digitali, i cosiddetti amplificatori a “modelli fisici”, si stanno avvicinando a quel tipo di suono, spesso con risultati straordinari, ma mai del tutto convincenti. Un esempio di eccellenza in questo campo è il recente “Fractal audio”, un sistema molto complesso, dettagliato e costoso in grado di essere davvero molto simile alle vecchie valvole.
Per il resto, consiglio sempre vivamente qualche storico, solito, vecchio modello. Il versatilissimo “Fender Hotrod Deluxe” per chi vuole stare in un budget relativamente contenuto oppure il “Fender Deville”, un po’ più impegnativo, anche per quanto riguarda il trasporto! Per gli amanti dei suoni distorti, ho da poco provato degli ampli con un ottimo rapporto qualità prezzo che mi sento di consigliare: i “Blackstar”.
La scelta del vattaggio dipende dal’uso che ognuno di noi fa dell’amplificatore. Per un uso casalingo sono sufficienti 5W, per la sala prove e i live si va dai 30W ai 120W. Ad ogni modo vattaggi molto elevati sono nella maggior parte dei casi pressochè inutili. Bisogna considerare che per avere una buona resa delle valvole il volume va tenuto alto, aumentano così la dinamica e le armoniche del suono. Avere quindi una buona resa comporta avere un grande volume in uscita. 2OW sono sufficienti a coprire il suono di una batteria in sala prove e nelle situazioni live gli amplificatori sono quasi sempre microfonati, quindi vanno tenuti a volumi contenuti…va da sé che la scelta di un 120W risulti piuttosto bizzarra.
Da qualche anno si è diffusa la moda degli ampli di piccolo vattaggio: anche io ammetto di esserne stato colpito, infatti posseggo una testata “Orange dual terror”, che ha la possibilità di scegliere la potenza in uscita, da 5 a 30 W. Questi piccoli gioiellini sono perfetti sia per l’uso domestico sia per le performance live o le registrazioni in studio, caso in cui serve avere una buona dose di potenza sonora.Di questo parlerò più approfonditamente nel corso “I SUONI DELLA CHITARRA”. Altro esempio è la mini testata di casa Mesa, la“Transatlantic”. Altri piccoli amplificatori con un grande suono, perlopiù ad uso domestico, ideali quindi per avere in poco spazio e volume tutte le qualità di cui parlavo prima, sono il “Marshall class 5” e il “Fender Champ”.
Gli amplificatori a “transistor”, spesso hanno vattaggi superiori, ma in questo caso non abbiamo i problemi di “resa del suono”, quindi possiamo scegliere più liberamente. Sono ottimi nei generi metal più moderni, per le sonorità Nu-metal e Metalcore. Celebre in tutt’altro campo, sempre non valvolare è il “Roland Jazz Chorus”, diventato ormai un amplificatore storico per gli amanti del suono Jazz.
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